Descrizione
Una microstoria letteraria, quella di Capizzi, analizzata da una prospettiva trasversale che unisce contestualizzazione politico-culturale e riflessione filologico-interpretativa. Un’indagine che focalizza un piccolo borgo dell’entroterra siciliano, geograficamente ed economicamente isolato, vocato all’attività agricola tipica dei Nebrodi, controllato dalle ricche e nobili famiglie dei possidenti, in un secolo di divisioni sociali, scontri di classe e lotte intestine. Da tale contesto si sviluppano i motivi artistici alla base dell’esperienza letteraria dei baroni capitini vissuti nel corso del XIX secolo: i poeti del Verna così, con la loro scrittura, restituiscono attimi di vita vissuta, stralci di eredità municipale, appartenenza elitaria, attivismo politico, prestigio sociale, forme e stilemi letterari originali.
Attraverso lo studio di testi tratti dalle raccolte edite e dai manoscritti inediti di Palazzo Russo-Larcan (questi ultimi filologicamente trascritti per la prima volta) si origina un racconto ricostruttivo che riporta alla luce i nomi di Nicolò Russo, Filadelfo Russo, Natale Gullo, Erasmo Ferrauto, Ruggiero Larcan, Girolamo Larcan e altri. Le opere e le testimonianze di questi intellettuali, scrittori, lettori e studiosi, tutti incamerati in una realtà culturale unica nel suo genere ma pienamente inserita in uno spazio regionale e neonazionale, divengono quindi prova dell’esistenza di un rilevante quanto inedito sviluppo letterario in un’area troppo spesso trascurata dagli studiosi.
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